l’Osteopata di te stesso.

Auto trattamento in Biodinamica

Cito testualmente da ‘La Quiete della Vita’ di Rollin E. Becker:

Pag. 66 -“ANNA, (Wales) QUEST’OGGI intendo discutere dell’uso della quiete in un  programma di trattamento. Abbiamo precedentemente parlato di come  l’abbia applicata a me stesso, risolvendo due problemi cronici. Ora gradirei esaminarne attentamente con te l’impiego nel trattamento di qualsiasi caso. Cerco di porre in rilievo un modo di pensare, d’essere e di utilizzare la quiete, oggettivamente e soggettivamente, nella diagnosi e nella cura dei nostri pazienti”. 

Pag. 72 – “Ti ho in precedenza parlato della mia esperienza nell’impiego della quiete come mezzo di auto trattamento. In quel particolare caso non tentai di palpare i cambiamenti localizzati nella fisiologia corporea, dato che ero soggetto e oggetto del trattamento e potevo sperimentare, attraverso il mio apparato sensoriale, i cambiamenti nella fisiologia corporea. La mia era consapevolezza della mente, coscienza mentale della quiete. Le reazioni della fisiologia del mio corpo a questo programma di trattamento su me stesso, erano percepite, a livello sensoriale, soggettivamente attraverso i miei sensi”.   

pag. 66 cita W.G. Sutherland – “Permettete alla funzione fisiologica all’interno di manifestare la sua infallibile potenza, piuttosto che applicare una forza cieca dall’esterno”.  

Pratico come Osteopata dal 1999 e come istruttore Mindfulness dal 2014. 

Ho scoperto, dopo lunghi anni di ricerca su me stesso, la possibilità di oltrepassare quello che era stato sempre un limite, almeno per me, ovvero la capacità di osservare come ci si sta auto trattando. Ciò che ha favorito l’inizio del processo è stato incominciare il percorso di mindfuness (incoraggiato da tantissime indicazioni tra cui sia la spinta da Rachel Brooks che da James Jealous) fino a diventare istruttore e questo è ciò che ho riproposto ai discenti agli incontri iniziali. 

Quello di cui ho fatto esperienza è stato l’atto di abbandonarmi ad una consapevolezza conscia consolidata e poi osservare: il susseguirsi delle varie fasi biodinamiche, il processo in corso, ciò che avviene, dall’inizio fino alla luce, alla fine del trattamento. 

Scelsi di fare l’Osteopata per una serie di esperienze ma soprattutto per i dolori con cui vivevo. L’osteopatia mi ha risolto diverse problematiche, ma non tutte in special modo quelle legate alle recidive per emotività, per cui serve un trattamento continuo per lungo tempo. Oggi posso vivere senza dolori e molto più sereno, anche se ho delle cronicità che non danno più fastidi. 

La stessa consapevolezza dell’auto trattamento l’hanno vissuta i partecipanti al corso.

Ora dopo l’ulteriore esperienza di esser riuscito con successo a trasferire tale conoscenza a molti dei miei pazienti ed a un gruppo ristretto di allievi, vorrei diffondere questa entusiasmante pratica ad un numero sempre maggiore di persone. 

Negli anni diversi colleghi, tra cui Rachel Brooks M.D, Andy Goldman D.O. e James Jealous D.O. mi hanno ripetuto spesso: “Se hai la possibilità devi insegnare”.

Ciò che mi ha ispirato in questo percorso sono stati tanti passaggi del capolavoro di Rollin E. Becker “la Quiete della Vita”. Alcuni di questi sono rimasti a me oscuri per anni, ma poi seguendo le orme dell’autore, cercando di rimanere sintonizzato più in forma stabile, ho iniziato a vedere i primi frutti degli effetti della luce. Come mi è stato raccontato, Rollin cercava di vivere consapevolmente conscio costantemente, e questo anche dopo la riabilitazione dall’ictus, quando Rachel ricevette l’ultimo trattamento, fino agli ultimi giorni di vita

COSTO PER L’INTERO CORSO: 700€+IVA

Evoluzione 

Nel 2000 mentre facevo il mese di pratica clinica presso l’Osteopathic Center for Children con la dottoressa Viola M. Frymann a San Diego (USA), si tenne anche un corso. Come al solito si presentavano anche dei commercianti di libri. Mentre sfogliavo alcune pagine il libraio mi disse: “quello è il libro più venduto dell’anno”. A quel tempo avevo visto il nome del dott. Rollin Becker solo su un’aula a lui intitolata a Parigi, durante un altro corso; aldilà di questo di lui non ne sapevo nulla, né ce ne avevano mai parlato nel corso di studi. Dopo averli comprati, mi presentai nello studio della dottoressa Frymann, dove ci stavano aspettando una schiera di bimbi da trattare, con i 2 libri scritti da Becker sotto braccio. Appena lei li vide esclamò, additando “la Quiete della Vita”: “Questo è un libro molto molto interessante, ottima scelta, meditativo, ci ritornerai spesso su a riflettere negli anni” 

Quale eccellente incoraggiamento da una delle migliori pediatre in ambito osteopatico? Appena tornai a casa dell’anziana signora che mi ospitava iniziai la lettura. Le mie serate a San Diego di quel mese le dedicai con entusiasmo a quelle traduzioni. Il dott. Becker parlava di concetti mai uditi, nel suo metodo la pratica meccanicistica era scomparsa quasi del tutto e man mano che andavo avanti nella lettura del libro ne emergeva l’aspetto spirituale. Anche la dottoressa Frymann mi sorprendeva spesso, sia nei corsi cha seguivo ma soprattutto nella pratica clinica. Dopo un po’ che aveva approcciato il cranio mentre io ero sul sacro, chinava il capo in avanti e restava in quella posizione anche per 10\15 minuti, immobile. Quando rialzava il capo il meccanismo appariva come liquefatto. Fine del trattamento. Alla domanda, che cosa è successo? Rispondeva: “vortici” o “quando non sai che fare, prega”. Ed io rimanevo a bocca aperta. 

Col passare degli anni parecchi concetti di quel testo mi rimanevano ancora incomprensibili, finché nel 2006 seppi che la dottoressa Rachel Brooks, l’allieva a più stretto contatto con il dott. Rollin Becker nonché la redattrice dei suoi libri, avrebbe tenuto un corso in Liguria. Non potevo perderlo: contattai gli organizzatori e partii. Ebbi la fortuna di avere una lunga conversazione privata con la dottoressa Brooks. Nacque dapprima una collaborazione poi un’amicizia e un’ammirazione da parte mia. Nel 2009 tradussi e pubblicai “la Quiete della Vita”. Durante il periodo antecedente ci scambiammo circa 150 email per cercare di capire cosa intendeva il dott. Rollin Becker nei suoi scritti. Rachel mi sottolineava sempre: “cerca di non interpretare, lascia che il fruitore rifletta, sperimenti e pratichi”. Da quella collaborazione iniziò un’avventura e una graduale e crescente fratellanza che si istaurò nei vari viaggi negli USA, duranti i quali avevo l’opportunità di praticare e vivere nella casa di Rachel e Steve (suo marito). Non solo questo, lei mi introdusse anche a vari membri della Sutherland Cranial Teaching Foudation e della Cranial Academy. 

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